“Cuore di mamma”?

Mentre mio marito con gli occhi rossi mi chiede se ancora non ho guardato le notizie sul web inizio a preoccuparmi, io apro e vedo un pullmann accartocciato, e penso che anche nostro figlio ieri era in gita con la scuola. A sciare, anche lui. Ha dodici anni, anche lui.

Non so cosa sia quell’entità che decide che mio figlio debba rientrare a casa nell’abbraccio mio e di suo padre, non so chi sia a decidere che ventidue ragazzini come lui invece debbano trovare fine schiantati contro la parete di un tunnel, e forse preferisco pensare, almeno per oggi, che non ci sia nessuna entità superiore a decidere una cattiveria simile, preferisco pensare che il caso a volte sia uno stronzo, faccio fatica a immaginare il dolore che proverei se fossi stamattina una mamma belga e non la mamma italiana felice che invece sono.

Mi rallegro della nostra fortuna, anche se non riesco a evitare di mettermi a lacrimare come una scema, davanti al monitor, col telefono che squilla e la gente che va e viene, e tanta voglia di abbracciare un ragazzino che ieri ha sciato, che si è confuso a mandare sms (e per sbaglio ha inviato a me quello per la fidanzata), che è arrivato stanchissimo e abbronzato, e che adesso è a scuola, lui sano e salvo.

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